Partenavia P 64B Oscar: relitto di un anonimo P 64, della prima versione. Sconosciuti i dati matricolari. Probabilmente demolito.

SIAI Marchetti SM 1019 MM 57263: storia identica al velivolo precedente. Anche questo 1019 EI-470 venne radiato per incidente il 16 agosto 1990 e anche questo viste le condizioni, venne probabilmente demolito.

SIAI Marchetti SM 1019 MM 57259: il museo acquisì vari relitti dall’Esercito Italiano e tra questi vari relitti di SM 1019 in condizioni tali però da non essere riutilizzabili per fini di restauro. Uno dei due era l’EI-466 che venne radiato per incidente il 29 novembre 1990. Probabilmente demolito.

North American T6 G Texan MM 54110: era immagazzinato a Guidonia insieme ad altri due esemplari recuperati presso l’MSA di Bari Palese nel deposito di Vigna di Valle. Ritenuto surplus per le esigenze del Museo AMI, venne venduto al piccolo museo di S.Possidonio

North American T6 G Texan MM 53669: recuperata sull’aeroporto di Guidonia il velivolo era ridotto alla sola fusoliera, ampiamente cannibalizzata. Sino a quando era a Guidonia, la fusoliera era ancora dotata di motore ma durante la mia visita del 1997 ne era priva

AMX International - AMX: simulacro proveniente probabilmente dalla ditta compare per breve tempo sul campo di S.Possidonio poi se ne perdono le tracce.

FIAT G 46-4B MM 53312: recuperato presso un demolitore nei pressi dell’aeroporto di Forli, da dove proveniva, venne trasferito sul campo di San Possidonio. Nel 1994 inizia il montaggio per un successivo restauro che non verrà portato a termine.

FIAT G 46-3B MM 52803: non venne mai iniziato il restauro di questo G 46 per molti anni conservato all’aperto presso l’Associazione Arma Aeronautica di Fidenza.

SIAI S 211: come il 339, anche questa cellula non ha mai volato e i supporti presenti in fusoliera dimostrano che è stata usata per prove statiche.

Aermacchi MB 339A : si tratta della cellula di un velivolo che non ha mai volato ma usata solo per prove statiche da AERMACCHI. Dopo la chiusura, il velivolo completo venne ceduto alla collezione di Fontana di Rubiera